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BERNARD ANDRÈS A MILANO

Bernard Andrès a Milano

e l’Inaugurazione della nuova sede di Camac Italia

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Sabato 20 e Domenica 21 febbraio 2010 sono state offerte due giornate interamente dedicate all’arpa celtica e all’arpa classica in occasione dell’inaugurazione della nuova sede di Camac Italia a Milano, Via Mecenate. L’evento, magistralmente organizzato da Enrico Tartarotti e da tutto lo staff di Camac Italia e di Camac France (con il suo direttore commerciale Eric Piron) ha permesso a più di 250 arpisti di scoprire i nuovi modelli di arpe, di registrare i loro strumenti, e di partecipare a numerosi interventi in un’atmosfera molto conviviale e calorosa. Abbiamo ascoltato la presentazione del nuovo e originale Metodo-Video per arpa celtica del piemontese Enzo Vacca e della bretone Françoise Le Visage; l’affascinante racconto dell’esperienza musicale di Vincenzo Zitello, come arpista, compositore e direttore del festival di Viggiano; l’allettante notizia del Primo Trofeo Camac d’Arpa celtica che si terrà il 3 – 4 luglio 2010 in occasione del “Celtica Festival” (Courmayeur e Forte di Bard – Valle d’Aosta) organizzato da Laura Plati e Riccardo Taraglio; un’intervista a Lucia Bova, autrice dell’Arpa moderna, un libro ampiamente documentato sulla scrittura, la notazione e il repertorio dell’arpa dal ‘500 alla contemporaneità; e infine, la possibilità di acquistare spartiti, dischi e libri con Musica d’Arpa di Clara Rocco.

I due pomeriggi sono stati dedicati alle lezioni pubbliche del compositore francese, Bernard Andrès.

Chi, nel corso dei suoi studi, non si è cimentato ad un brano del maestro? Compositore fecondo, ha contribuito ad allargare di maniera significativa il repertorio sia dell’arpa celtica che dell’arpa classica, dal livello principiante al livello confermato o professionista (di fatto numerosi sono gli arpisti che integrano i suoi brani a concerti o a registrazioni).

Tra i numerosi partecipanti erano presenti studenti dei conservatori e delle scuole di arpa di tutta l’Italia nonché numerosi professori, tutti religiosamente attenti ad ascoltare chi aveva preparato con molta cura alcune delle più famose composizioni di Andrès: abbiamo sentito tra le altre La Gimblette, Marelles, Automates, Danses d’Automne, Epices (Pistache, Vanille…) Elégie pour la mort d’un berger (composto per il Concorso del Conservatoire National Supérieur de Paris), Duke, Sweet Blues, Alkermès, Absidioles, Parvis e La Ragazza, questi due ultimi in duo di arpa. Molte delle sue composizioni hanno preso il loro titolo a posteriori su suggerimento della moglie del compositore. Per altre composizioni, il maestro ci ha svelato che sono nate da un quadro (La Gimblette, una giovane donna ritratta), in omaggio ad un personaggio musicale come Duke (Ellington), o da una vicenda personale come Elégie pour la mort d’un berger (dove gli accordi iniziali ricordano il suono della campana per il funerale di un suo amico pastore, mentre la melodia finale vuole essere un salmo). Parvis (Sagrato) invece allude ad un aspetto caro al maestro – quello dell’arpa come strumento sacro – dove la prima parte, (corteo), annuncia la danza che, secondo un’usanza medievale, si ballava davanti alla chiesa.

Incontrare un compositore per arpa è già di per sé un evento eccezionale. Se per di più questo è anche un arpista professionista in passato attivo in numerose orchestre (Musique de l’Armée de l’air, Orchestre Symphonique d’Ile-de-France, Orchestre Philarmonique de Radio France…) e un didatta straordinario (con una lunga esperienza come professore di arpa in conservatorio), l’evento diventa irrepetibile.

Perché Bernard Andrès non è un semplice maestro di arpa, è avanti tutto un maestro di vita. Riesce a comunicare con sensibilità e con dedizione la sua passione per la musica, con un atteggiamento perfezionista e rigoroso; valorizza la possibilità di migliorarsi sempre, a qualsiasi livello; potenzia l’importanza di uno studio sempre attento ad una riflessione al testo, all’analisi, ad avere chiaramente in mente quel che si desidera suonare. Richiede un’attenzione ai dettagli (per niente superflui!) come i pedali dell’arpa che devono sempre tornare bemolli alla fine di un’esecuzione, e che devono essere azionati senza mai essere guardati. Ma soprattutto richiede una dedizione particolare allo spartito: niente gli sfugge, e niente deve sfuggire allo studente: un accento, un colorito, un ritmo impreciso, un effetto, una tecnica non padroneggiata… A questo proposito, oltre al libro L’arpa moderna di Lucia Bova, si rinvia ad una guida specifica per la notazione degli effetti per le composizioni del maestro francese (“A Guide to Harp Notation Used in the Compositions of Bernard Andrès”), disponibile in inglese in una versione online realizzata da Isabelle Perrin e Barbara Faclker sul sito:

http://www.isabelle-perrin.eu/gb/index.php?page=bernard-andres

Andrès non si stanca di prodigare consigli tecnici, musicali e interpretativi. Richiede di rilassare la mano e il corpo, senza però suonare mai troppo piano. Chiede di non smorzare troppo le corde perché secondo lui è il proprio dell’arpa di vibrare e di non suonare troppo veloce per avere il tempo di cantare le melodie e tutte le note degli accordi e per dare la giusta tensione ritmica in particolare alle danze. Per i più fortunati, il maestro ha autografato alcune sue composizioni, regalando con la propria mano alcune correzioni ad edizioni precedenti e offrendo consigli per suonare il brano secondo il suo intento.

Chi ha avuto la fortuna di assistere a queste giornate è tornato a casa con la testa riempita di melodie e d’armonie, il cuore pieno di nuovi stimoli e le dita pronte ad arpeggiare!

Aspettiamo con impazienza la prossima Masterclass con il maestro!

MARIANNE GUBRI


Questo articolo é stato pubblicato da
Redazione Redazione di IN CHORDIS, la rivista online dell'Associazione Italiana dell'Arpa.