INTERVISTA A ELENA ZANIBONI PER IL SUO GENETLIACO
a cura di Nicoletta Sanzin
Lei è un’arpista e un’insegnante di livello internazionale, con molteplici esperienze professionali. Quale aspetto della Sua carriera La rappresenta maggiormente?
Senz’altro il concertismo: ho sempre pensato che l’arpa fosse considerato uno strumento di nicchia che dovesse essere messa in risalto e diffusa maggiormente nelle sale da concerto. Perciò come già la mia insegnante Clelia Gatti Aldrovandi, ho sempre esortato i compositori a scrivere per arpa. Il risultato sono 23 composizioni a me dedicate, tra gli autori ricordiamo F.Donatoni, F.Pennisi, V,.Mortari, M.Zafred, S.Montori, F.Barbera, A.Clementi, T.Procaccini ecc. Il concertismo è stata sicuramente un’attività impegnativa, anche perché ho sempre avuto una famiglia, due figlie da cresceree un marito da seguire. Non dimentichiamoci che l’arpa, nonostante sia considerato “strumento angelico” è molto faticoso da suonare ma soprattutto da trasportare!
A una Signora non si dovrebbe mai chiedere l’età, ma sappiamo che Lei compie 80 anni, un traguardo che si raggiunge una volta sola nella vita. Per quanto sia una domanda scontata, che bilancio può fare della sua vita?
Nella mia vita sono molto contenta di aver trasmesso alle mie allieve non solo nozioni arpistiche, ma tanto entusiasmo per l’arpa. Sono ancora in contatto con molte di loro, che mi chiedono consigli sui repertori da eseguire, sui programmi da fare o da far studiare alle loro allieve. Le mie allieve sono sempre state come mie figlie, e a 80 anni, posso dire di avere ormai anche tante nipoti, le allieve delle mie allieve
Come insegnante, Lei ha avuto una carriera considerevole; oltre ad aver insegnato al Conservatorio di Palermo, è stata titolare della cattedra di Arpa ai Corsi di perfezionamento dell’Accademia di Santa Cecilia per 26 anni dal 1980 alo 2006. Quali sono state le sue emozioni e come può descriverci il suo periodo in Accademia?
Il mio periodo in Accademia è stato interessantissimo, ogni allievo ha una sua personalità. Bisogna prima capire, conoscere a fondo ogni studente e adattare i propri consigli a ognuno. Non esistono “modelli” di diteggiature da applicare in maniera standard, perché molto dipende dalla conformazione della mano.Durante i miei anni in Accademia ho avuto modo di condividere numerosi momenti con gli altri insegnanti. Soprattutto con Franco Donatoni si era instaurato un ottimo rapporto, tanto che mi ha dedicato Marches. Ricordo la classe sempre piena..Le allieve non facevano solo lezione individuale, ma restavano ad ascoltare le lezioni delle altre, con uno scambio di idee e informazioni continuo. Spesso entravano in classe altri docenti o miei amici compositori, e le ragazze avevano quindi modo di assistere “in diretta” al processo di creazione di un brano per arpa sola. Le studentesse, soprattutto quelle italiane che provenivano dai Conservatori, erano ancora abituate a affrontare un repertorio direi tradizionale, e all’inizio molte erano in difficoltà o restie a affrontare repertori nuovi e contemporanei. Ma la vicinanza con altre studentesse e il clima stesso che si respirava in Accademia le spingeva a superare queste loro difficoltà. Ogni anno veniva organizzato il saggio finale nella Sala Accademica di Via dei Greci e moltissimi musicisti venivano ad ascoltare; soprattutto ricordo con affetto la presenza costante di Vittoria Annino, allora docente del Conservatorio. I Diplomi finali si svolgevano invece nell’Auditorium di Via della Conciliazione in forma di concerto pubblico, le diplomande indossavanol’abito da sera, venivano approntate locandine, dato annunci sui giornali, insomma erano veri e propri concerti.
Lei fa parte del Board of Directors del World HarpCongress)dalla sua fondazione e attualmente fa parte anche della Corporation. Cosa ha rappresentatoe cosa rappresenta per Lei questo organismo internazionale?
Il World HarpCongress rappresenta la possibilità, ogni tre anni, di ascoltare dal vivo giovani arpiste, musiche nuove, ex giovani promesse diventate star e soprattutto la possibilità di scambi di idee, di conoscere anche gli sviluppi dell’arpa all’estero, le sue molteplici sfaccettature e “sconfinamenti” in altri ambiti quali il pop. Jazz e musica sacra, aspetti che da pochi anni sono presenti anche nel nostro Paese (penso a Marcella Carboni per esempio) Questi incontri permettono la nascita di nuove relazioni personali e spesso, dopo tre anni, quando ci siritrova, si rinsaldano i rapporti che continuano negli anni, fino a diventare amicizie di una vita. Proprio in questo ambiente mi è stato chiesto di organizzare il Simposio Europeo dell’arpa, all’inizio non volevo, ma poi, mi è stato detto se non lo fai tu in Italia chi lo farà, ho deciso di mettermi in gioco.
Per organizzarlo ho scelto la città di Perugia, città centrale in Italia, piccola e adatta agli spostamenti anche a piedi dove, con l’aiuto di Annamaria Palombini, abbiamo organizzato concerti dalla mattina alla sera che si sono svolti in tutti i palazzi della città. E’ stato un altro momento importante della mia vita, per la prima volta in Italia si erano radunate moltissime arpiste da tutta Europa e il riscontro in termini di affluenza è stato molto lusinghiero.
Si è appena esibita al Quirinale, in presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, in occasione delle celebrazioni in onore di Tullia Zevi. Come è nato questo progetto?
Tutto nasce dal fatto che Tullia Zevi amava l’arpa che aveva iniziato a studiare al Conservatorio di Milanoma a causa delle persecuzioni razziali la famiglia emigrò a New York dove proseguì gli studi dell’arpa alla JuilliardSchool. Divenne arpista della Boston Symphony Orchestra e suonò anchenell’orchestra di Frank Sinatra. Mi hanno chiamata per chiedermi se fossi disponibile a dare un recital al Quirinale e non mi aspettavo un onore così grande. Infatti, oltre al Presidente Mattarella erano presenti la Senatrice Liliana Segre e la Dott.ssa Emi di Segni presidente delle comunità ebraiche italiane oltre alla figlia e ai famigliari di Tullia Zevi. Questo importante appuntamento, oltre a essere stato trasmesso in diretta su Rai RAdioUno, è andato in onda anche nel Telegiornale delle 20 su RAI 1.
Non mi resta che augurarLe allora Buon Compleanno! E 100 di questi giorni felici!
Elena Zaniboni e Sergio Mattarella
INVITO DI ELENA ZANIBONI
Il 9 marzo si verifichera’ un evento irrepetibile (!!!): compirò 80 anni. Dopo il successo che ho riscosso il 3 febbraio al Quirinale con un recital trasmesso in diretta su RAI 3 e parzialmente andato in onda sul telegiornale delle ore 20 su RAI 1,le mie allieve mi hanno suggerito di fare sapere la mia eta’ e, in effetti, sarebbe una bella occasione per rivedere le mie allieve, le mie ex allieve, le arpiste od amanti dell’Arpa, compositori etc. Il Direttore del Conservatorio di Santa Cecilia, M° Roberto Giuliani si è dichiarato entusiasta di festeggiarmi concedendomi addirittura la Sala Accademica del Conservatorio.
Gli intervenuti potranno suonare un breve programma a loro piacimento, oppure parlare di quanto hanno pubblicato, di quanto hanno realizzato o di quello che pensano di realizzare. Ampia liberta’ per tutti!
La scadenza per dare l’adesione è il 28 febbraio. Alla fine ci sarà un rinfresco.
Adesioni o richiesta di delucidazioni vanno indirizzate a Elena Zaniboni 335 825 4266 e mail elenazaniboni@tiscali.it
Oppure a Nicoletta Sanzin 335 6310808 e mail : nicoletta@nicolettasanzin.it