The New Old Albion: la musica intorno agli Harp Consorts di William Lawes
Di recentissima uscita per l’etichetta discografica Brilliant Classics, il primo disco dell’ensemble ‘Il Caleidoscopio’ vede come protagonista il compositore inglese William Lawes e i suoi Harp Consorts.
La composizione di queste rare perle di musica risale agli anni ’30 e ’40 del Seicento, e si tratta delle prime composizioni a noi note della storia in cui l’arpa viene utilizzata come strumento obbligato in un ensemble strumentale, con una parte interamente scritta e ben articolata.
Gli strumenti previsti sono il violino, la viola da gamba, la tiorba e l’arpa, suonati rispettivamente da Lathika Vithanage, Noelia Reverte Reche, Michele Pasotti e Flora Papadopoulos.
L’ensemble esegue una nutrita selezione di questi brani, accostandoli ad alcune altre composizioni di autori quali William Byrd, John Dowland, John Playford, Christopher Simpson e Matthew Locke.
I brani che costituiscono gli Harp Consorts sono per lo più danze: Pavane, Ayre, Sarabande, Correnti. Le voci si intrecciano in contrappunti dal gusto prezioso e sofisticato. Le diminuzioni, scritte per esteso nei ritornelli, sono in gran parte confinate alla parte della viola, che percorre tutta la propria estensione con movimenti estremamente virtuosi. ll violino partecipa alla polifonia concertando elegantemente con le altre parti. La tiorba ha la funzione di tenere salda la linea del basso. L’arpa spesso raddoppia le voci degli altri tre strumenti e ne aggiunge una in più, sua, nelle parti acute.
Conservati in più manoscritti talvolta discordanti tra di loro o con parti mancanti, e tramandatici per mano di copisti differenti, gli Harp Consorts di Lawes rimangono circondati dal mistero.
Ogni arpista, ensemble e studioso che si sia approcciato a questa opera lo ha fatto formulando una possibile ipotesi, scopriamo dunque quale è stata quella dell’ensemble ‘Il Caleidoscopio’.
Quale arpa?
Il dibattito su quale tipo di arpa potesse essere stata la fonte di ispirazione di William Lawes ha a lungo dominato la scena. Vi sono i sostenitori dell’arpa irlandese, diatonica e con corde di metallo suonate con le unghie. Alla corte inglese di Carlo I vi erano ancora in quell’epoca diversi suonatori di questo strumento, e pare anche che fossero stati fatti alcuni esperimenti per rendere queste arpe cromatiche.
Vi sono poi i sostenitori dell’arpa doppia italiana, ovvero l’arpa a tre registri di corde, interamente cromatica e con corde di budello. Proprio nel periodo in cui gli Harp Consorts furono scritti a corte era attivo l’arpista francese Jean la Flelle che suonava un’arpa doppia italiana con queste fattezze, e che era giunto al seguito di Enrichetta Maria, la giovane sposa francese del Re.
La questione è effettivamente di cruciale importanza, in quanto i due strumenti hanno un suono radicalmente diverso, ed eseguire queste composizioni con uno o con l’altro cambia decisamente la visione estetica dei brani.
L’ensemble ‘Il Caleidoscopio’ ha scelto di eseguire gli Harp Consorts con l’arpa doppia italiana, percorrendo tuttavia una strada inusuale e aggiungendo nuovi spunti di riflessione.
L’eredità degli Harp Consorts
Membri del Private Musick del Re (c.1661-3). Conosciuto come The Cabal di J.B.Medina.
L’idea è stata quella di ‘ambientare’ il programma musicale nello spazio e nel tempo, di immaginare alcuni personaggi storici realmente esistiti e di mettergli idealmente tra le mani i loro strumenti.
Tuttavia, l’ambientazione immaginata non è quella degli anni di William Lawes e del regno di Carlo I.
L’ensemble Il Caleidoscopio sceglie piuttosto di calarci negli anni ’60 del Seicento. Ci troviamo dunque negli anni della Restaurazione inglese, ad una generazione di distanza rispetto al regno di Carlo I e agli anni floridi in cui William Lawes scriveva i suoi Harp Consorts.
A corte si cercano di restaurare gli antichi sfarzi e le musiche della generazione precedente fanno parte del passato nostalgico al quale ci si vuole aggrappare.
Gli arpisti irlandesi non ci sono purtroppo più a corte, e l’arpa cromatica italiana ha avuto la meglio.
Alcuni dei brani di Lawes contenuti nel disco provengono da un manoscritto misteriosamente risalente a quegli anni. Si tratta del manoscritto Och Mus.Ms5, che ci è parvenuto per mano del copista e cantore Francis Withie di Oxford. La scrittura per arpa di questo manoscritto, molto densa e intricata, ci fa pensare all’arpa doppia italiana di Charles Evans, suonatore di corte in quegli anni.
Gli Harp Consorts sono dunque diventati un’eredità, e in quanto tale sono approcciati dall’ensemble ‘Il Caleidoscopio’, che si spinge oltre, proponendoci una serie di altri brani che, plausibilmente, facevano parte del bagaglio culturale dei loro personaggi musicali: un preludio per liuto di John Dowland, Il grande Maestro ; la Pavana che William Byrd aveva dedicato a Lord Cecil Conte di Salisbury, un prezioso mecenate per i musicisti dell’età elisabettiana (e per gli arpisti in particolare!) ; il celeberrimo brano The Bells, sempre di William Byrd, accomodato dai nostri musicisti all’arpa e al liuto in una versione inedita e giocosa ; un brano per la viola da gamba di un contemporaneo della Restaurazione: Christopher Simpson ; due brani di natura più leggera, arricchiti da diminuzioni per il violino e pubblicati da John Playford, il celebre editore londinese.
Brani di natura più impegnata, e altri, di provenienza popolare sono accostati per dipingere al meglio il panorama musicale di riferimento dei nostri musicisti immaginari del Seicento inglese.
Il disco si conclude compiendo una sintesi: uno dei Consorts dalla raccolta manoscritta ‘For Several Friends’ di Matthew Locke, celebre autore della nuova generazione, viene qui rimaneggiato, e trasformato in un Harp Consort: si tratta all’origine di una composizione a due sole voci. La raccolta For Several Friends ha un nome emblematico che sottintende complicità tra i musicisti e una grande libertà di approccio : quali e quanti strumenti utilizzare è ad arbitrio degli esecutori, e la scelta è dettata dalla voglia di stare insieme, di ritrovarsi con un gruppo di amici ed eseguire bella musica. Alla maniera degli Harp Consorts di William Lawes, l’ensemble ‘Il Caleidoscopio’ affida all’arpa e alla tiorba la funzione di rafforzare le melodie scritte, raddoppiandole in più registri e talvolta aggiungendone di nuove. Il risultato è una tessitura ricca, che ricopre un ambito sonoro vasto e crea un tappeto di contrappunto sul quale il violino ricama diminuzioni estrose nel nuovo stile.
Il disco The New Old Albion: music around the Harp Consorts of William Lawes, può essere acquistato al seguente link:
http://www.brilliantclassics.com/articles/l/lawes-the-new-old-albion/