Orchestra

Riflessioni sui bandi d’orchestra

                                                      (Oppenheimer “La Sinfonia”, 1923)

Pubblichiamo qui di seguito due testimonianze recenti riguardanti la situazione dell’arpa in Orchestra: la lettera del “Coordinamento Nazionale Docenti di Arpa” inviata al Sovrintendente  in merito al recente bando per l’audizione di prima e seconda arpa del Teatro Lirico G.Verdi di Trieste, a cui è stato risposto che non è possibile modificare i programmi delle audizioni già bandite, ma che si terrà conto in altra occasione delle riflessioni in essa contenute, e quella di Laura Papeschi, sul futuro dell’arpa in ambito orchestrale.

15 luglio 2021

Spettabile Fondazione Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste.

Oggetto: bando di audizioni per professori d’orchestra- Arpa prima e Arpa seconda

Gentilissimo Sovrintendente, Spettabile Direzione artistica.

Il Coordinamento Nazionale Docenti di Arpa, organizzazione che riunisce i docenti di arpa d’Italia di ogni ordine e grado, dalle scuole secondarie di primo grado ai Conservatori, unitamente ad alcune prime arpe di orchestre lirico/sinfoniche, consultatosi in riferimento al bando sopra citato reso pubblico con protocollo n. UP85 SP/sh del 30 giugno 2021, relaziona le seguenti riflessioni:

  1. Tempistiche.

L’intervallo di tempo tra la data di pubblicazione del bando e la data delle audizioni risulta essere molto ravvicinato, per la precisione il candidato ha a disposizione 33 giorni per prepararsi. Questo lasso di tempo è sufficiente a ripassare un programma già conosciuto ma non certamente a studiare brani nuovi. Avendo tempistiche così strette, si sarebbe dovuto tener conto di questo aspetto richiedendo brani di repertorio e /o a scelta.

  1. Considerazioni sulle tempistiche di preparazione del programma di audizioni.

Premesso quanto sopra riferito,

il programma imposto del repertorio lirico/sinfonico, contiene passi e cadenze solitamente presenti nelle principali audizioni per arpa e risulta, dunque essere preparabile in un mese di tempo.

Il programma imposto del repertorio solistico, prevede:

G. F. Haendel / M. Grandjany – Concerto in Si bemolle maggiore I e II movimento senza cadenza

C. Salzedo – Variazioni su un tema in stile antico.

In riferimento al primo brano, si fa presente che solitamente è inserito nei programmi di audizioni e concorsi in orchestra, dunque quasi tutti i candidati arpisti dovrebbero averlo in repertorio, anche se non sempre in versione Grandjany.

Riguardo alle Variations di Salzedo, essendo meno presente nei bandi di audizione, spesso non è contemplato nel repertorio di molte arpiste. Trattandosi di un brano virtuosistico, si segnala che richiede un congruo lasso di tempo, quantificabile in non meno di tre mesi, per poterlo preparare a un livello adeguato da concorso.

Certi che anche per la Vostra Fondazione sia di interesse selezionare il miglior candidato a livello internazionale per ricoprire i posti di audizioni,

si richiede

  1. di riconsiderare la data di audizioni,

o

  1. di modificare il brano imposto di C. Salzedo con “un brano a scelta del candidato tratto dal principale repertorio concertistico”.

o

  1. di proporre “una rosa di brani possibilmente proposti nelle ultime audizioni delle principali orchestre lirico /sinfoniche” come per esempio L. Spohr Fantasie, M. Ravel Introduzione e Allegro (rid. per arpa e pianoforte), C. Debussy Danses (rid. per arpa e pianoforte), G. Faurè Impromptu, P. Hindemith Sonata.

Cordialmente

Il Coordinamento Nazionale Docenti di Arpa, a firma dei seguenti membri:

Anna Astesano (Conservatorio di Trapani)

Mafalda Baccaro (Scuola secondaria di I grado di Bari)

Sabina Baratella (Scuola secondaria di I grado Ariano nel Polesine- Rovigo)

Alice Belardini Pino (Liceo Musicale di Lucca)

Caterina Bergo (Scuola secondaria di I grado di Sanremo)

Gabriella Bosio (già docente del Conservatorio di Torino)

Maria Elena Bovio (Conservatorio di Milano, coordinatrice del CNDA)

Marzia Castronovo (Liceo Musicale di L’Aquila)

Katia Catarci (Civica Scuola di Roma)

Diana Colosi (Liceo Musicale di Firenze)

Letizia Eriano (Scuola musicale di Milano)

Valentina Celesti (Scuola secondaria di I grado di Messina)

Lucia Clementi (Conservatorio di Messina)

Emanuela degli Esposti (Conservatorio di Parma)

Alessandra De Stefano (“Piaceremusica” di Carnate-Mi)

Paola Devoti (Conservatorio di Monopoli)

Laura Di Monaco (Conservatorio di La Spezia )

Elisabetta Ghebbioni (Conservatorio di Venezia)

Cristina Ghidotti (Liceo Musicale di Brescia)

Carolina Di Giannantonio (Scuola secondaria di I grado di L’Aquila)

Clara Gizzi (Scuola secondaria di I grado di Pescara)

Elena Gorna (Conservatorio di Benevento)

Maria Grassi (Istituto Musicale di Alta formazione musicale di Taranto)

Chiara Imbriani (Liceo Musicale di Pavia)

Cristina La Bruna (Liceo Musicale di Torino)

Francesca La Carrubba (Liceo Musicale di Cuneo)

Valerio Lisci (Conservatorio di Frosinone)

Tiziana Loi (Scuola secondaria di I grado di Cagliari)

Anna Loro (Conservatorio di Brescia)

Alessia Luise (Conservatorio di Vicenza)

Simona Marchesi (Accademia Musicale Amadeus di Milano)

Sofia Marzetti (Conservatorio di Foggia)

Donata Mattei (Conservatorio di Reggio Calabria)

Valentina Meinero (Scuola secondaria di I grado di Cuneo)

Isabella Mori (Conservatorio di Roma)

Antonio Ostuni (Istituto Musicale di Catania)

Rocchina Pace (Liceo Musicale di Potenza)

Anna Maria Palombini (già docente del Conservatorio di Milano)

Laura Papeschi (Istituto Superiore di studi musicali di Lucca)

Cristiana Passerini (Conservatorio di Milano)

Alessandra Penitenti (Conservatorio di Verona)

Eva Perfetti (Liceo Musicale di Mantova)

Eva Randazzo (Liceo Musicale di Torino)

Giulia Rettore (Liceo Musicale di Verona)

Federica Sainaghi (Scuola Civica di Corsico-Mi)

Nicoletta Sanzin (Conservatorio di Trieste)

Fernanda Saravalli (Conservatorio di Cuneo, Istituto Musicale di Asti)

Emiliana Sessa (Centro musicale Suzuki di Firenze)

Sara Simari (Conservatorio di Bari)

Patrizia Tassini (Conservatorio di Udine)

Sara Terzano (Conservatorio di Alessandria)

Francesca Tirale (Conservatorio di Brescia e Scuola Civica di Rovereto-TN)

Tiziana Tornari (Conservatorio di Padova)

Alessandra Trentin (Liceo musicale di Venezia)

Giuseppina Vergine (Istituto superiore di studi musicali di Caltanissetta)

Camillo Vespoli (Liceo Musicale di Alessandria)

Antonella Zucchetti (Accademia Musicale di Schio-Vi)

Elena Zuccotti (Istituto superiore di studi musicali Conservatorio di Pavia)

Aderiscono anche le seguenti Prime Arpe delle orchestre lirico- sinfoniche:

Margherita Bassani

Susanna Bertuccioli

Gabriella Dall’Olio

Francesca Luppino

Donata Mattei

Laura Papeschi

Simonetta Perfetti

Luisa Prandina

Giulietta Ritacca

Giuseppina Vergine

 

La situazione dell’arpa in orchestra, ci sarà futuro?

Un pensiero triste mi assale in questo periodo in cui vedo da dentro io stessa il netto taglio, senza riserva alcuna, dei posti di Prima Arpa nelle 14 Fondazioni Liriche di Italia. In Italia abbiamo 14 Fondazioni Liriche in 14 principali città capoluoghi di regione (Torino, Milano, Trieste, Verona, Venezia, Bologna, Genova, Firenze, Roma che ha due Fondazioni , Napoli, Palermo , Bari, Cagliari) ; poi abbiamo qualche orchestra sinfonica stabile quali per esempio L’Orchestra Toscanini a Parma o la Sinfonica Siciliana a Palermo , i Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra regionale Toscana , L’Orchestra Haydn di Bolzano o il teatro Bellini di Catania che è Ente Autonomo Regionale; queste ultime ICO purtroppo , a differenza delle Fondazioni Liriche , non hanno più arpa stabile da tempo.

I Concorsi per i posti nelle Fondazioni Liriche sono sempre stati banditi con autorizzazione ministeriale , internazionali e pubblici , con prove pratiche spesso estenuanti e che richiedono mesi di preparazione dopo gli anni di studi . Non abbiamo niente di diverso dagli altri strumenti di orchestra se non che quando l’arpa suona è spesso Sola e scoperta richiedendo una preparazione molto più pesante di uno strumento di Fila.

La riflessione nasce proprio dal fatto che più l’arpa deve essere forte , direi quasi eroica nel suo operato in orchestra pensando ad una Lucia di Lammermoor , ai soli dei balletti a opere mastodontiche quali quelle di Wagner ; deve essere precisa , pronta , preparata , pedali a posto, parti studiate perché si è soli e non c’è nessun altro che suona la tua parte insieme a te …. Allo steso tempo si ritrova debole nel far valere i diritti di lavoro , di stabilità di presenza in teatro.

Dal 1800 l’arpa fa parte degli organici stabili dei teatri , DUE arpe almeno! Perché la nostra Lirica impegna quasi sempre questo strumento e spesso in modo rappresentativo fondamentale e solistico.

Oggi si assiste piano piano ad un degrado che prende tutte le Fondazioni Liriche perchè i finanziamenti sono stati pian piano tagliati dallo Stato . Lo stesso Stato che vuole la musica e gli strumenti insegnati nelle scuole medie , nei licei e nei Conservatori diventati Università e che assume docenti ogni anno per questo nobile scopo culturale ed educativo.

Ecco questo non combacia assolutamente con la moria dei posti in orchestra . L’orchestra stabile dovrebbe essere il posto a cui aspirare , la realizzazione di un sogno .

Invece ci si scontra oggi con un “mercato” dei posti in orchestra , una lite tra poveri e chi perde? L’arpa…. La meno facile da proteggere sindacalmente perché rimasta Sola (neanche in coppia dopo il taglio dei posti di altra Prima arpa). La più facile da attaccare da parte degli stessi colleghi che fanno tante note in orchestra ma magari non si devono preparare a casa quanto noi. La più difficile però poi da reperire quando si necessita di qualcuno di preparato pronto capace e disponibile perché si sa che tanti suonano l’arpa ma pochi sanno suonare in orchestra a livello internazionale .

Un lite dicevo, voluta dalle direzioni dei teatri che in questo momento fanno i conti con pochi soldi ma che negli anni hanno sempre tagliato tagliato e tagliato e che non programmano più LA LIRICA ! Sovrintendenti e Direttori artistici che passano dal teatro quali ospiti per qualche anno e forti dei loro lauti stipendi tagliano i nostri posti … questo scempio deve finire ! le arpiste hanno diritto tano quanto gli altri a che vengano mantenuti i loro posti in orchestra anche per il futuro . Lo vuole lo Stato e lo devono volere anche i Sovrintendenti e i Direttori artistici e magari anche gli altri strumentisti .

Se un teatro programma adeguatamente , necessita di due arpe sempre . Faccio presente che l’arpa contrattualmente è una Prima parte A (non paragonabile, per esempio, neanche ad un clarinetto basso che è una prima parte B e che può comunque essere suonato da un secondo clarinetto con obbligo) e ha diritto ad essere trattata come le altre prime parti solitamente doppie , ha diritto a studiare nel periodo di riposo come gli altri venendo retribuita come gli altri e non nei periodi di disoccupazione …. Ricordiamoci che l’arpa la suona SOLO e SOLTANTO l’arpista in orchestra e che il nostro lavoro lo portiamo a casa e fa parte della nostra giornata, anche quella libera dalla produzione e va retribuito come quello di un primo clarinetto o di un primo oboe etc. stabili! Una Fondazione sovvenzionata da Comune Regione e Stato ha il dovere di mantenere le arpe in organico stabili perché principale sbocco lavorativo dei nostri laureati nei Conservatori . La proporzione tra cattedre di arpa e posti in orchestra non è adeguata se si tolgono i posti dagli organici.

Trieste , Venezia e Bari al momento non hanno arpa stabile in questo momento dove le Sovrintendenze stanno mandando le nuove griglie sugli organici al Ministero bisogna in qualche modo far presente la storia passata a presente al fine di non perdere un patrimonio culturale quali sono i nostri già pochi posti di arpa stabile in orchestra . Nessun motivo ne economico ne culturale vale il trattamento che ci stanno riservando nelle 14 Fondazioni liriche italiane .

Laura Papeschi, prima arpa dell’Orchestra della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova


Questo articolo é stato pubblicato da
Redazione Redazione di IN CHORDIS, la rivista online dell'Associazione Italiana dell'Arpa.